Valorizzazione economica del personale del servizio sanitario nazionale, tutela nei confronti delle responsabilità professionale, riconoscimento di malattia e infortunio, insieme al riconoscimento delle tutele in regime di sorveglianza sanitaria. Queste in estrema sintesi le rivendicazioni di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl relative al decreto ‘Cura Italia’, in via di conversione, contenute in una lettera inviata, tra gli altri, ai ministri Speranza e Gualtieri e al presidente delle Regioni Bonaccini.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ribadiscono alcune richieste relative al potenziamento del Servizio sanitario nazionale, a partire dalla valorizzazione economica del personale. “Riteniamo queste misure – scrivono – insufficienti a dare il giusto riconoscimento al valore del lavoro professionale dei lavoratori del SSN e delle strutture che operano nel sistema accreditato e che stanno concorrendo alla gestione della Pandemia mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro congiunti motivato da spirito di servizio, senso del dovere di cura e responsabilità verso la deontologia professionale. Per questi lavoratori non ci sono riconoscimenti adeguati ipotizzabili al contributo che stanno dando nell’Emergenza, a maggior ragione la rivalutazione di alcune indennità e la maggiorazione dello straordinario non possono rappresentare ciò che viene riconosciuto loro. Chiediamo pertanto di poter utilizzare Risorse Aggiuntive Nazionali e Regionali in deroga ai vincoli dell’art.23 dlgs 75/17 ed al di fuori dell’attuale modalità di costituzione dei fondi per la contrattazione collettiva riconoscendo un’Indennità Covid-19 per fasce di intensità di esposizione che sia erogabile tramite accordi aziendali con le Rsu sulla base di Accordi Regionali con le organizzazioni sindacali che definiscano quote di RAN (risorse aggiuntive nazionali da prevedere nel DL 18/20) e RAR (risorse aggiuntive regionali) e criteri di ripartizione delle stesse”.
Quanto al tema delle responsabilità professionali, i sindacati affermano: “Sul tema della responsabilità civile e penale degli esercenti le professioni sanitarie, professionali, tecniche ed amministrative occorse durante l’Emergenza Covid19, si ritiene che vada chiarito, senza possibili fraintendimenti, che tali soggetti non ne rispondono ne civilmente, ne per danno erariale, ne penalmente tranne nel caso della sola colpa grave determinata dalla violazione dei principi fondamentali dell’esercizio della professione”. Infine, ultimo punto, relativo al riconoscimento di malattia e infortunio e regime di sorveglianza sanitaria, i sindacati rivendicano: “A chiarimento delle norme a tutela del personale del Ssn sin qui introdotte va chiarito che l’infortunio per contagio Covid19 viene sempre riconosciuto a tutto il personale sanitario, sociosanitario, socio assistenziale che lavora nelle strutture pubbliche e private e risulti positivo, senza ulteriori obblighi di certificazione”. Così come, proseguono, “va superato l’art 7 DL 6 del 23 febbraio 2020 che esclude dalla quarantena il personale sanitario e dei servizi essenziali. È paradossale, infatti, che a fronte dell’evidenza scientifica e statistica dell’incidenza dei contagi del personale sovraesposto al rischio perché operante in ambienti Covid19 si preveda addirittura una cancellazione delle tutele previste dalle norme che regolano salute e sicurezza in materia di sorveglianza sanitaria”.
Tre punti cruciali, che si sommano ad altre questioni, tra queste, dispositivi di sicurezza, test clinici, assunzioni e stabilizzazione dei precari, linee guida sulla gestione organizzativa dell’emergenza, finanziamenti, rinnovo dei contratti e altro. “Riteniamo indispensabile – scrivono i sindacati – che sull’ordine di queste priorità ci sia un segnale forte, coeso e concreto, altrimenti tutte le belle dichiarazioni che in queste settimane si sono susseguite se non corroborate da interventi concreti testimonieranno la non volontà di ascoltare chi in queste settimane di fronte all’incertezza organizzativa e talvolta politica ha usato competenze e professionalità per salvare il Paese dall’Emergenza sanitaria. Di fronte all’assenza di risposte, ritenendo altresì una forzatura democratica le disposizione della commissione di garanzia sugli scioperi dei servizi essenziali, agiremo tutte le forme di mobilitazione che siano necessarie. Il personale ci ha dimostrato in questi giorni che prima si salvano le vite, si garantiscono i servizi e si risponde alla responsabilità determinata dall’Emergenza. Questo non può e non deve in nessun modo giustificare la negazione dei diritti, della dignità e del rispetto di chi lavora. La politica può e deve fare la differenza anche in questo momento difficile, stando al fianco dei lavoratori e garantendo come prioritaria la loro sicurezza”, concludono.