È proseguito oggi all’Aran il negoziato sul rinnovo del CCNL dell’Area delle funzioni centrali, alla presenza di una delegazione dell’Aran che ha consegnato una nuova bozza di ipotesi di CCNL. Prima ancora che l’Aran ne illustrasse i contenuti, CIDA, CONFEDIR, COSMED e ASSOMED hanno abbandonato il tavolo, considerando irricevibile la proposta. CISL FP, FP CGIL, UIL PA e UNADIS e, come osservatrice la CONFSAL UNSA, sono rimaste al tavolo.
Dopo l’illustrazione dei contenuti da parte dell’Aran, come CISL FP abbiamo ribadito la necessità di rimuovere rapidamente i fattori di criticità che si frappongono alla stipula del nuovo contratto dei dirigenti delle funzioni centrali per il triennio 2016-2018, offrendo una cornice regolamentare che rafforzi l’autonomia e l’indipendenza dalla politica dei Dirigenti pubblici e dei professionisti, nel principio di leale collaborazione per il buon funzionamento delle pubbliche amministrazioni e valorizzi il contributo dei dirigenti stessi nei progetti, nella definizione degli obiettivi delle amministrazioni, nei processi di riorganizzazione delle strutture, tramite l’introduzione di nuove forme partecipative e rafforzi le tutele normative e normo-economiche.
L’obiettivo di mettere fine al lungo blocco contrattuale va coniugato con la necessità di migliorare le tutele e le norme contrattuali, che vanno rafforzate e non peggiorate, anche alla luce delle difficoltà che le amministrazioni si trovano a vivere, a causa dei problemi di insostenibile carenza degli organici e dei crescenti carichi di lavoro che gravando sui dirigenti, sui professionisti e sui medici degli EPNE. La bozza consegnataci oggi dall’Aran non risponde alle esigenze dei destinatari del contratto e, dunque, allo stato attuale, non contiene ancora le condizioni che consentano una sua sottoscrizione. L’abbandono del tavolo da parte di alcune sigle sindacali autonome della dirigenza rallenta il negoziato e determina un irrigidimento del confronto che deve potersi svolgere, invece, in un clima costruttivo e collaborativo.
Chi rinuncia alla negoziazione con posizioni pregiudiziali crea un danno ai destinatari del contratto, proprio in una fase storica in cui, invece, la stipula di un nuovo e buon contratto può costituire l’unico argine a difesa dell’immagine e dell’autonomia dei dirigenti, dei professionisti, dei medici Epne e delle altre categorie di dipendenti beneficiarie del contratto.
L’esito del negoziato non è scontato ma solo col confronto sul testo che si possono affrontare e risolvere i problemi aperti, nell’interesse della dirigenza pubblica ma anche dei cittadini e del Paese, per il buon funzionamento delle amministrazioni. E’ quanto ha fatto oggi la CISL FP, rimanendo al tavolo e sottoponendo all’Aran proposte concrete di integrazione e modifica alla bozza del testo, in particolare sui temi delle relazioni sindacali, incarichi, interpelli, indennità, incarichi ad interim per i dirigenti, coordinamento dei professionisti e relative indennità di funzione da commisurare al livello di rischio dell’attività professionale da svolgere, salvaguardia delle indennità dei professionisti in caso di assenze per malattia, rimodulazione del contingente delle due fasce per professionisti e medici, coperture assicurative e iscrizione agli elenchi speciali connessi agli albi professionali da porre a carico delle amministrazioni, conferma degli istituti normativi previsti dal CCNL 94/97 per i medici EPNE e regolamentazione della libera professione.