Roma, 19 dicembre – “Dalle assemblee nei luoghi di lavoro emerge chiaramente uno scarso interesse delle lavoratrici e dei lavoratori verso questa consultazione. Si tratta di un’iniziativa priva di trasparenza, in quanto non è possibile verificare il numero dei partecipanti alla consultazione, chi abbia effettivamente votato e quale sia stato l’esito reale, considerato che il controllo sui dati viene effettuato unicamente dalle organizzazioni sindacali promotrici non firmatarie dell’ipotesi contrattuale”.
Lo dichiara, al quotidiano La Verità, Maurizio Petriccioli, Segretario Generale CISL FP, riferendosi alla consultazione lanciata da Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi.
“Al di là di questa modalità bizzarra, che non ha nulla a che vedere con il referendum previsto dallo Statuto dei Lavoratori, è davvero difficile comprendere come FP CGIL, UIL PA e USB PI possano chiedere ai dipendenti di mettere una firma per guadagnare di meno.
I promotori di questa sorta di sondaggio continuano a raccontare una narrazione volutamente distorta del nuovo contratto delle Funzioni Centrali. Parlano di inadeguatezza degli aumenti salariali e di una presunta mancata valorizzazione professionale, chiedendo ai lavoratori di dire un secco “No” al contratto. Ma come si può giudicare in modo così netto un contratto che introduce o migliora numerosi istituti (a cominciare dall’erogazione del buono pasto in lavoro agile per finire con la definizione di criteri più trasparenti per l’attribuzione delle posizioni organizzative che diventeranno stabili dopo 8 anni), andando ben oltre gli aumenti economici?
È importante ricordare che le risorse per il rinnovo contrattuale sono state stanziate con 5 miliardi di euro destinati alle amministrazioni statali all’interno della legge di bilancio per il 2024 con 25 miliardi complessivi. Davvero qualcuno pensava di poter ottenere di più? O si sta semplicemente prendendo in giro i lavoratori?”, prosegue.
“Sappiamo che l’aumento medio di 165 euro non copre del tutto l’inflazione del triennio ma FP CGIL e UIL PA dimenticano di spiegare perché nel 2016-2018, insieme a noi, firmarono convintamente un contratto con un aumento del 3,48% – appena 85 euro medi – dopo otto anni di blocco contrattuale e senza alcun sviluppo di carriera che non recupero’ certo la perdita del potere di acquisto del 16% subita durante il blocco. Non solo: poco prima di sottoscrivere quell’accordo, il Governo dell’epoca introdusse, con la Legge Madia, il tetto ai trattamenti accessori, un vincolo che ancora oggi pesa sulle retribuzioni”.
“Fare sindacato non significa essere dialoganti o oppositivi a fasi alterne, a seconda di chi siede a Palazzo Chigi. Prendere in giro i lavoratori con false promesse significa indebolire il sindacato stesso e mandare un messaggio sbagliato all’intero sistema Paese. Se si rinuncia al dialogo sociale e si trasforma il sindacato in un soggetto politico, si perde la capacità di ottenere quelle modifiche legislative e di sistema di cui i lavoratori hanno davvero bisogno.
C’è molto lavoro da fare e lo sappiamo bene: vogliamo valorizzare le competenze professionali per i funzionari, superare il tetto ai trattamenti accessori imposto dalla Legge Madia, cancellare la cosiddetta “tassa sulla malattia” – ovvero la decurtazione del trattamento accessorio nei primi dieci giorni di malattia – e rimuovere il limite dei 7 euro per i buoni pasto.
Questi sono obiettivi concreti, e su di essi stiamo dialogando autonomamente con il Governo, come abbiamo fatto per ottenere la prima revoca del blocco del turnover nella Legge di Bilancio. La CISL FP lavora per creare le condizioni che spingano il Governo a impegnarsi su questi temi, individuando un percorso concertato che, compatibilmente con la sostenibilità della finanza pubblica, offra risposte alle attese delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”, specifica.
“Dispiace vedere FP CGIL e UIL PA rompere scientemente l’unità del sindacato confederale, finendo per condannare i loro associati all’irrilevanza. Se qualcuno, per protagonismo personale, pensava che senza di lui fosse impossibile fare contrattazione o partecipare ai cambiamenti, stiamo dimostrando il contrario: procedendo in autonomia, per costruire attraverso la di partecipazione e la contrattazione le migliori soluzioni possibili per migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”, conclude Petriccioli.