Roma, 3 marzo 2022 – In data odierna è ripreso il confronto con l’Aran sul rinnovo del contratto collettivo nazionale delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021. L’Aran nella bozza oggetto di discussione per quanto riguarda la revisione del sistema di classificazione ha riproposto un testo che, rispetto alla precedente versione, presenta come unica novità l’ipotesi di reinquadramento nella nuova Area degli operatori – nella quale confluirebbero anche parte dei profili inquadrati in categoria B – dei circa 18.000 lavoratori attualmente presenti in categoria A, accompagnata da una prima stima dei correlati oneri. Abbiamo accolto con favore la nuova proposta rispondente alle richieste formulate nel precedente incontro e abbiamo ribadito che il reinquadramento deve garantire un contestuale riconoscimento economico.
Abbiamo nuovamente sollevato le criticità sottese alla incertezza delle disponibilità economiche che, ad oggi, non ci consente di ipotizzare neanche quali profili professionali possano essere valorizzati beneficiando della disciplina delle progressioni tra le aree prevista in fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale. A questo si aggiunge un ulteriore elemento di complessità dato dalla mancanza di dati ufficiali sugli addensamenti professionali per profilo posseduto. Una carenza informativa, questa, che è stata confermata dalla stessa Aran e che impatta negativamente sulla stima dei potenziali costi sottesi alle diverse soluzioni prospettabili.
Abbiamo ribadito che la revisione dell’ordinamento professionale non può risolversi in un mero cambio nominale delle attuali categorie in Aree e in un aggiornamento delle declaratorie. La nostra proposta, coerente con la piattaforma inviata all’Aran e approvata nelle centinaia di assemblee svolte in tutti i territori, punta alla valorizzazione professionale ed economica di quei profili responsabili dell’esercizio di funzioni, alcune delle quali demandate dal livello statale a quello locale (settore educativo-scolastico e polizia locale) che nel tempo hanno conosciuto una evoluzione, anche in termini di titoli di studio richiesti per l’accesso, e, più in generale, a livello di complessità operativa e responsabilità connesse. Abbiamo ribadito quindi la ferma volontà di innestare sull’impianto proposto dall’Aran percorsi di sviluppo professionale per “funzioni evolute”, anche in ragione del livello di specializzazione richiesto. Inoltre abbiamo chiarito che la revisione dell’ordinamento professionale deve sanare quella costante condizione di disparità nei trattamenti normo-economici sofferta di lavoratori dell’area sanitaria e socio-assistenziale (infermieri, oss, assistenti sociali) che, solo in ragione del diverso comparto di afferenza, a parità di mansioni esercitate godono di condizioni peggiorative.
Per quanto riguarda la disciplina dell’area dei funzionari e degli incarichi di Elevata Qualificazione, atteso che in risposta ad una nostra specifica richiesta di chiarimento abbiamo avuto conferma la soluzione prospettata attraverso un mero richiamo formale al concetto di alta qualificazione, nella sostanza ripropone testualmente la vigente disciplina relativa all’area delle Po. Avendo avuto conferma che gli incarichi di elevata qualificazione saranno finanziati con le risorse annualmente corrisposte a carico del bilancio, oltre alla possibilità di incrementare il fondo con i residui delle risorse per gli incarichi Eq non utilizzate, abbiamo chiesto le stesse identiche garanzie, anche in termini di adeguamento del sistema di relazioni sindacali, presenti nel vigente ccnl per quanto riguarda l’ipotesi di un eventuale decremento del fondo in favore di un aumento degli incarichi di elevata qualificazione (materia oggetto di contrattazione integrativa). Occorre inoltre estendere la procedura del contraddittorio con assistenza della organizzazione sindacale anche alle ipotesi di revoca anticipata dell’incarico in relazione a intervenuti mutamenti