I coordinamenti nazionali Professioni Sanitarie e OSS CISL FP sulla delibera della Regione Veneto n. 305 del 16 marzo 2021: “Inappropriato trasferimento di competenze e mansioni all’OSS con formazione complementare. Rispettare i percorsi formativi e il know how degli operatori della Sanità italiana!”
Roma, 29 marzo 2021 – “Apprendiamo con stupore e preoccupazione che La Regione Veneto ha definito il percorso formativo e il trasferimento di competenze specifiche della professione infermieristica all’OSS con formazione complementare. In mancanza di inquadramento giuridico e contrattuale, il rischio è quello di abuso di professione per gli OSS e ci troviamo di fronte ad un’appropriazione di competenze esclusive del profilo infermieristico per la totale gestione dell’assistenza del paziente, anche con gravi problematiche, compresa la somministrazione di quasi tutta la terapia, un processo che richiede costante monitoraggio e un approccio clinico altamente specialistico soggetto ad innumerevoli variabili”.
Lo dichiarano, in una nota stampa congiunta, i Coordinamenti nazionali Cisl Fp dei Professionisti Sanitari e degli OSS, commentando la delibera della Regione veneto n.305 del 16 marzo 2021 che dà seguito alla LR n° 20/2001 e successive modifiche apportate dalla LR 17/2002 che ha definito il percorso formativo e il trasferimento di competenze specifiche della professione infermieristica all’OSS con formazione complementare.
“Siamo convinti – proseguono – che si possa prevedere una coerente revisione del profilo dell’OSS adeguandolo alle reali esigenze assistenziali, nel rispetto degli altri profili sanitari e siamo certi che si debba andare in questa direzione senza assistere ad un indebito quanto grave e inopportuno trasferimento di competenze che danneggia sia i professionisti sanitari che gli Oss. In tal senso, riteniamo importante il confronto in atto fra le OO.SS. e la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e auspichiamo che si possa giungere ad un accordo di revisione del profilo che, partendo dalla condivisione dell’istituzione del Ruolo Socio Sanitario in cui collocare l’OSS, consenta una omogenea applicazione del percorso formativo su tutto il territorio nazionale”.
“Ad oggi, in mancanza di un’intesa definitiva tra organizzazioni sindacali e conferenza delle Regioni, con analoghe delibere oggetto di discussione nelle commissioni di riferimento di altre Regioni, siamo di fronte ad una situazione che rischia di aggravarsi. La carenza di personale non si risolve trasferendo impropriamente delle mansioni agli OSS, gravando il personale in servizio di ulteriori oneri, ma assumendo e portando nella Sanità Pubblica quelle professionalità in grado di rispondere alla domanda di salute dei pazienti, i primi ad essere danneggiati da queste fughe in avanti”, concludono i coordinamenti CISL FP.