Roma, 6 aprile – “La tragica vicenda di Torino ha visto una persona perdere la vita per mano di un assassino che doveva essere assicurato alla Giustizia. Un efferato delitto che si sarebbe potuto evitare se gli Uffici Giudiziari avessero avuto personale a sufficienza per garantire l’esecuzione delle sentenze, chiarisce in modo drammatico in quale stato di degrado è stato ridotto il servizio alla Giustizia”. È quanto affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, nel ribadire “il mantenimento dello stato di agitazione: la Giustizia è già una emergenza nazionale”.
Da questo punto di vista, proseguono, “le dichiarazioni del Presidente della Corte d’Appello appaiono purtroppo un segnale di resa. I temi della nostra vertenza nazionale, avviata con lo stato di agitazione, sono esattamente incentrati sulle gravissime preoccupazioni espresse dal Presidente Barelli e le pur importanti misure annunciate dal Ministro Bonafede rischiano di essere vanificate dall’alto esodo dei lavoratori che tendenzialmente assommerà, alle attuali 9600 carenze un numero pari entro il 2021”.
In rapporto alla grave situazione di Torino, continuano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, “ciò significa che le assunzioni, con i tempi necessari e previsti dalle norme, alla fine riporteranno nel migliore dei casi la situazione attuale e nel frattempo la situazione peggiorerà per effetto delle uscite immediate. Noi abbiamo chiesto al Ministro maggiore coraggio e riteniamo che ci possano essere tutti gli strumenti per poter agire nell’immediato, prima che sia troppo tardi. Strumenti che derivano dall’accordo del 26 aprile 2017, che può ridisegnare la geografia organizzativa tramite la rimodulazione dei fabbisogni professionali dell’organico e la riqualificazione professionale di tutti i lavoratori. E che può rinforzare nei numeri i processi assunzionali immediati. Strumenti già finanziati e subito applicabili che possono accompagnare le assunzioni dall’esterno di personale idoneo e formato che può da subito contribuire ad evitare il disastro. Non bastano 7000 assunzioni, occorre uno sforzo aggiuntivo, occorre un piano straordinario di riqualificazione del lavoro e di assunzioni”.
“Accanto a questo occorre incrementare le risorse per incentivare e qualificare gli standard di produttività, già altissimi quanto misconosciuti. Per questi motivi noi manteniamo lo stato di agitazione: la Giustizia è già una emergenza nazionale, non vogliamo che rappresenti la sconfitta delle istituzioni”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.