PA. Petriccioli (Cisl Fp): “Luci e ombre su schema ddl performance e sviluppo della carriera dirigenziale. il Governo faccia chiarezza e convochi i sindacati”

Roma, 13 marzo – “Apprendiamo da fonti ufficiose i contenuti dello schema di disegno di legge recante disposizioni in materia di sviluppo della carriera dirigenziale. Ci sono sicuramente aspetti positivi, come quelli che ampliano le possibilità di carriera dei funzionari in servizio da almeno cinque anni e facilitano il loro approdo nei ruoli della dirigenza mentre sono assolutamente negative le norme in materia di valutazione della performance”.

Lo ha dichiarato, in una nota stampa, il Segretario generale della Cisl fp, Maurizio Petriccioli.

“Appare assolutamente iniqua e priva di qualsiasi valore meritocratico la scelta di limitare a priori, nell’ambito di ciascun ufficio dirigenziale generale, l’attribuzione dei punteggi apicali a non più del trenta per cento degli interessati. Si tratta di una decisione che contrasta con l’obiettivo di incentivare il raggiungimento di più elevati livelli di performance da parte del personale dirigente e che limita ed esclude la partecipazione ed il confronto delle OO.SS. rappresentative dei dirigenti sulla definizione dei criteri di valutazione adottati dalle amministrazioni”, prosegue.

“A nostro avviso il problema continua a essere rappresentato, semmai, dalla mancata definizione, a monte, da parte degli organismi di vertice delle amministrazioni, di obiettivi chiari e performanti che devono incentivare e impegnare i dirigenti ai quali devono essere forniti strumenti utili per migliorare l’organizzazione del lavoro e i servizi erogati. Non si può pensare di far fronte alla carenza dei fondi per la contrattazione, generando discutibili economie di scala, attraverso l’individuazione, a priori, del numero dei dirigenti ritenuti meritevoli. Si fissino gli obiettivi, si offrano gli strumenti utili per raggiungerli e si attribuisca la giusta valutazione a chi li ha raggiunti, in base a criteri che oltre al coinvolgimento di soggetti esterni, dovrebbero essere definiti prioritariamente da chi lavora e conosce le criticità di natura organizzativa delle amministrazioni. Basta scaricare su chi lavora, personale dirigente e non dirigente, i limiti dell’azione di indirizzo politica e amministrativa”, conclude Petriccioli.