Pensioni, Sbarra (Cisl): Bene incontro Calderone. Ora tracciare insieme nuova previdenza stabile, inclusiva, flessibile e socialmente sostenibile

Sbarra

“Abbiamo apprezzato la disponibilità del Governo a lavorare per un confronto politico con le parti sociali finalizzato a cambiare la Legge Fornero. Quello di oggi è stato un incontro significativo, che deve tracciare il percorso di una nuova previdenza fondata su equità, flessibilità, inclusività e stabilita delle regole. Importante che l’8 febbraio si apra il primo tavolo di confronto su pensione di garanzia contributiva per giovani e donne e riprenda il lavoro della Commissione per la separazione tra previdenza e assistenza”.

Così Luigi Sbarra, leader Cisl, a seguito l’incontro odierno tra il Ministro del Lavoro Calderone e le Parti sociali sulle pensioni.

“Dobbiamo lavorare insieme alla costruzione di un modello pensionistico che restituisca ad ogni lavoratore il diritto a una pensione dignitosa e a un’uscita più flessibile dal circuito produttivo. Per questo abbiamo ribadito al Governo le nostre proposte unitarie, a partire dal riconoscimento della libertà di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età e di assicurare uscite volontarie dal mercato del lavoro dai 62 anni. Servono pensioni di garanzia per i giovani incastrati in lavori precari tenendo conto dei periodi qualificanti come formazione, lavoro di cura e transizioni lavorative. Va fatto un passo indietro su Opzione donna, con il ritorno al requisito dei 58 anni senza i vincoli introdotti in Manovra. Ci sono poi da riconoscere forti incentivi alle madri lavoratrici, con uno sconto di almeno un anno di contributi per figlio. Chiediamo anche maggiore supporto ai lavoratori precoci e a chi svolge lavori gravosi e usuranti, rendendo strutturale Ape sociale ed estendendolo a nuove categorie. Sarà anche fondamentale supportare l’adesione alla previdenza complementare e far ripartire i lavori della Commissione per distinguere i costi della tra previdenza da quelli dell’assistenza. Per gli assegni in essere, occorre infine allargare il bacino delle 14me e sbloccare adeguamenti pieni a partire da 4 volte il trattamento minimo. Si tratta di misure necessarie, finanziariamente sostenibili, ampiamente in linea con gli standard europei. Il confronto aperto oggi deve mettere questi elementi all’interno di una riforma coerente, che guardi alle pensioni non come a un mero costo di bilancio ma come un diritto e un giusto riconoscimento alla persona dopo una vita di duro lavoro”.