Roma, 12 ottobre 2021 – “Come Cisl Fp, dopo le mobilitazioni che ci hanno visti protagonisti in tutte le regioni d’Italia in questi mesi, riteniamo non più rimandabile un piano chiaro di stabilizzazioni per tutto il personale precario della Sanità pubblica del nostro Paese”.
Lo dichiara, in una nota stampa, il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, riferendosi ai contratti di lavoro in scadenza relativi al personale impegnato nell’emergenza covid.
“Sono oltre 66mila i precari che si sono fatti carico, in questi mesi, di essere le prime linee della lotta al covid-19, mettendo in gioco le loro stesse vite. Lavoratrici, lavoratori e professionisti sanitari che si sono messi al servizio del Paese durante i lockdown, accettando turni massacranti anche di 12-13 ore, pronte disponibilità, talvolta lavorando con dispositivi di protezione individuali insufficienti, quando non direttamente improvvisati durante la prima fase dell’emergenza”, prosegue.
“Questo sacrificio va immediatamente riconosciuto perché il nostro sistema sanitario, come avevamo già messo in evidenza nella ricerca del centro studi Cisl Fp sullo stato dei servizi di cura al cittadino, è il fanalino di coda in Europa per numero di addetti, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro in poco meno di un decennio. Non è solo una questione di equità e giustizia ma anche di tenuta complessiva dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali al cittadino. Chiediamo un confronto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, affinché dia risposte alle migliaia di persone che sono scese in piazza con noi in questi mesi”, conclude Petriccioli.