Roma, 8 maggio – “Ci sembra veramente surreale leggere le dichiarazioni rilasciate dalla presidente dell’Aiop, Barbara Cittadini, e dal presidente dell’Aris, padre Virginio Bebber, con le quali sostengono di aver dato un contributo fondamentale nella gestione dell’emergenza Covid e, per questa ragione, rivendicano maggiori risorse per il sistema della sanità privata. Anzi, addirittura sottolineano come l’emergenza Covid abbia acuito e addirittura messo in crisi alcune strutture della sanità accreditata”. Così i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, replicano alle affermazioni dei vertici di Aris e Aiop.
“Questo grido d’allarme di datori di lavoro – proseguono – che fatturano milioni di euro è manifestato per giustificare un atteggiamento che da tempo stanno portando avanti. Questi signori, già prima del Covid, accampavano scuse per non erogare le somme necessarie a rinnovare il contratto nazionale, condizionando la chiusura del rinnovo alla riapertura della discussione con le Regioni per analizzare la modalità con la quale coprirne gli oneri. Ci permettiamo di sottolineare che: in primis le aziende da 13 anni non rinnovano il contratto e che quindi avrebbero dovuto accantonare per tempo le risorse sufficienti e necessarie; non secondario è poi il fatto che già nel mese di dicembre avevamo raggiunto un accordo con le parti datoriali sulle tabelle economiche e che nel decreto fiscale sono state garantite misure tali per cui la copertura stimata dalle controparti veniva assicurata, con una modifica ai tetti di spesa delle Regioni”.
“Sentirsi dire – proseguono – che oggi la responsabilità del mancato rinnovo del contratto derivi dall’emergenza Covid, scusa addotta per alzare il prezzo nei confronti del sistema istituzionale e provare a portare a casa ancora più risorse, è vergognoso. Datori di lavoro che in questi 13 anni hanno continuato a fare profitti importanti sulle spalle e sui sacrifici dei lavoratori, ledendo la dignità delle persone che lavorano nella sanità privata, professionisti che hanno messo a rischio la loro salute e dedicato la propria attività alla cura, tanto quanto le lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica. Non una parola è stato spesa dalle nostre controparti sul tema del rinnovo del contratto dei lavoratori del sistema delle residenze assistite (le famose RSA). Anche loro aspettano ormai da otto anni un rinnovo del contratto e lì le nostre controparti non si sono neanche degnate di convocare il tavolo contrattuale per l’avvio della trattativa”.
Per questa ragione Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl “hanno deciso di riprendere lo stato di agitazione sospeso solo in ragione delle emergenze Covid e di andare verso la proclamazione dello sciopero generale nazionale. Abbiamo scritto al ministro della Salute, Robertto Speranza, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, perché riteniamo non solo le nostre controparti inaffidabili ma questa loro ulteriore richiesta di risorse alla quale condizionano il riconoscimento ad un salario dignitoso ai lavoratori della sanità privata e delle RSA, francamente una vergogna per il paese, per le imprese che dovrebbero rappresentare, per i lavoratori che vengono letteralmente sfruttati e strumentalizzati per gli interessi privati di questi imprenditori. Il contratto è già scritto, non serve nessun tavolo istituzionale, serve solo la loro firma sulle tabelle e sui testi che stanno bloccando da oltre 4 mesi”, concludono Sorrentino, Petriccioli e Librandi.