Roma, 26 luglio 2019 – “La procedura non è per noi un fulmine a ciel sereno. È una situazione gravissima che, come Cisl, denunciamo da anni nel disinteresse generale della politica. In Italia, oltre 300mila precari erogano, ogni giorno, servizi pubblici fondamentali in tutti i settori. Tra questi, 54mila precari operano negli enti locali a stretto contatto con i cittadini e 38mila donne e uomini si prendono cura dei nostri familiari nel sistema sanitario nazionale. Parliamo di precariato storico, persone che sono al servizio del Paese in perenne attesa che la politica si occupi di regolarizzare la loro posizione lavorativa”. Lo dichiara il Segretario Generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, commentando la procedura d’infrazione contro l’Italia, avviata dalla Commissione europea, per abuso di ricorso ai contratti termine nella pubblica amministrazione.
“Dobbiamo dire basta con il precariato nella PA non solo per evitare la procedura. I servizi pubblici sono presidi di democrazia, sono i luoghi in cui i cittadini, con la propria professione, danno risposte ai bisogni di altri cittadini e delle imprese. Chiediamo al governo di finirla con questa perenne guerra mediatica e di lavorare con noi per dar loro una risposta. Siamo pronti a discutere col Presidente Conte, i vicepresidenti Di Maio e Salvini e il Ministro Bongiorno, un piano di stabilizzazione del lavoro a termine, lo scorrimento totale delle graduatorie e il contestuale avvio di un piano di reclutamento. Non c’è più tempo: con quota 100 e senza assunzioni immediate il rischio è quello di svuotare gli enti e di non poter più garantire i servizi minimi al cittadino. Senza un’amministrazione territoriale efficiente, senza sanità, senza sicurezza nelle nostre strade non vi può essere neppure democrazia”, conclude Petriccioli.